La letteratura in tempi oscuri: la lezione del Levante di Mircea Cărtărescu
Che cosa può la letteratura in tempi oscuri? La lezione del Levante di Mircea Cărtărescu // di Marco Dotti
Che cosa può la letteratura in tempi oscuri? La lezione del Levante di Mircea Cărtărescu // di Marco Dotti
I testi di Guccini non sono mai davvero completi, non finiscono, si lasciano attraversare dal “provvisorio” e lasciano intravedere misteri e ambiguità che non possono chiarire. Sembra sempre che qualcosa di più profondo, e alla fine inesprimibile, potrebbe e dovrebbe essere detto. Le sue parole sono sempre le penultime ed è anche in ciò il loro fascino
La raccolta UNA MUSA INDISCRETA – Quattro testi su Emilio Villa (Archimuseo Adriano Accattino, edizione. f. c.) riunisce interventi dedicati al poeta clandestino nell’ambito del Convegno ‹‹I Verbovisionari. L’altra avanguardia tra sperimentazione visiva e sonora ››, tenutosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il 24 e 25 novembre 2016. Percorsi paralleli che, pur nei differenti approcci dei singoli autori in ambiti di ricerca consonanti, ci consegnano una pluralità di rimandi e intrecci dell’eclettico multiverso villiano
Al di là degli artisti ritratti in questo libro di memorie, sono interessanti le osservazioni dell’autore, il poeta e saggista Elio Pecora, su come e quanto sia cambiato, e cambiato fino allo stravolgimento, il mondo della cultura italiana negli ultimi decenni. Vediamo in altre parole qui come la “società acculturata” si sia ridotta ormai a una esausta (ma apparentemente inesauribile) serie di eventi, a una sequenza di esibizioni, vediamo insomma come il narcisismo abbia escluso ogni possibile condivisione
Se anche la poesia – come ci dice serio Magnason – diventa un prodotto da scaffale, la poesia può finalmente degradarsi, disperdersi nell’inferno della sofisticazione e del fac-simile, tipico del consumo di massa. Ma in questo modo la stessa poesia si permette una specie di liberazione estrema: liberazione dal supermercato fatto a misura d’uomo. Ma è una liberazione inutile, per finta: io preferisco rimanere al sicuro nel mio purgatorio di detersivi e detergenti: chi vorrebbe tornare indietro? Chi potrebbe, pur volendolo?
Poco più di un anno fa è morto Alfredo Bonazzi. Ladro, poeta, assassino redento. Il suo nome fu popolare dapprima nei primi anni Sessanta, quando venne condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio di un tabaccaio milanese (l’ultima di molte condanne, ma l’unica per omicidio); e divenne popolare soprattutto negli anni Settanta, quando iniziò a farsi conoscere come poeta autodidatta, uomo risorto dal suo inferno, emendato dalla sua colpa
«Il poeta ha il compito di prendere sotto braccio la lingua e farla avanzare di mezzo passo. Per tutto il resto hanno il compito di rispondere e trovare soluzioni, la politica, la scienza e la tecnologia». Il poeta Sotirios Pastakas non ha bisogno di presentazioni e di prologhi. Appare agli spazi della poesia nel 1981 e da allora fino ad oggi porta la Grecia e in particolare la poesia greca, alla ribalta della poesia mondiale facendo conoscere di più la Grecia
Marco Nicastro Si dice che la poesia sia pochissimo letta: è vero. Io, ad esempio, tra i miei amici “lettori forti” non conosco nessuno che la…
Il ponte, che nella lirica Sarajevo di Sotirios Pastakas unisce le due sponde del fiume Miljacka e permette alla gente di “camminare su e giù, incontrarsi e scambiarsi abbracci”, è anche l’immagine che più si addice alla sua idea e al suo appassionato amore per la poesia.
La poesia di Sotirios Pastakas
Il fotografo è, a suo modo, l’annunciatore del Nulla, libera le cose lasciandole nude, spoglie, silenziose, e ci consegna un irrimediabile vuoto. Scrive Yves Bonnefoy: «Il fatto che il dettaglio casuale, che il caso in quanto tale si rivelassero in una fotografia, esprimendo in essa, per la prima volta nell’immensa storia delle immagini, la loro realtà tanto specifica quanto irriducibile, fu un evento del quale non va sottovalutata la capacità di far vacillare fin nei loro ignoti fondamenti le basi della coscienza»
Attualità e inattualità di Roberto Roversi, editore, libraio, poeta che, dinanzi alla crisi culturale e editoriale dei nostri anni, raccomandava di “partire con tutte le forze, ma non più con rassegnazione”. Un dialogo con Luca Sossella sul senso del fare (editoria, oggi): “Ogni libro dovrebbe essere una nuova proposta pedagogica, cioè il contrario delle produzioni editoriali di massa che presuppongono in modo illusorio un cliente già determinato, cosicché finiscono per dare un corpo a questo non-lettore medio che hanno postulato. Il disastro è sotto gli occhi di tutti. Di tutti coloro che hanno occhi”
Scriveva Roberto Roversi che “un libro è difficile da domare //sottrae spazio alla casa al suo rigido affanno”
La parola poetica, suggerisce José Ángel Valente, può sperare di ritrovare un proprio «centro» solo sgombrando il campo dagli «affanni individuali», riducendoli a una somma zero – «piano piano mi addentro, mi studio con rara pazienza, denuncio a uno a uno i miei affanni» – prima di liberarsi nel «vuoto» e nella rimozione totale della «propria storia».