Teologia biopolitica. Liberarsi dai monoteismi?
Liberarsi dai monoteismi, afferma Peter Sloterdijk, significherebbe riconsegnare la libertà di pensiero a una società pervasa dalla violenza. Significherebbe esorcizzare quella violenza
Liberarsi dai monoteismi, afferma Peter Sloterdijk, significherebbe riconsegnare la libertà di pensiero a una società pervasa dalla violenza. Significherebbe esorcizzare quella violenza
Poco incline ai riflettori, di Maurice Blanchot (1907-2003) esistono pochissime fotografie, quasi nessuna presenza in “scena” (conferenze, dibattiti), nessun protagonismo. Saggista e scrittore comunque prolifico, scelse la parola scritta come forma di comunicazione verso quegli amici lontani – i lettori – a cui allude un bellissimo lavoro, L’amicizia (Marietti, Genova 2010). «La mia amicizia complice», scriveva Blanchot, «ecco ciò che posso donare agli uomini».
Quel che è successo in Grecia, piaccia o meno, dimostra che contro la logica del debito come colpa ci si può opporre con la difesa della dignità, la forza dell’orgoglio contro la miseria della vergogna.
Se il potere corrompe, il denaro corrode. Il denaro solve, ma non coagula. Disgrega società e legami, accelera e seduce. Sorge così una domanda: la sola alternativa al denaro è il deserto?
La liquidità è specchio del nostro timore del futuro, delle nostre incertezze, della precarietà di ogni cosa. Il possesso di moneta lenisce le nostre inquietudini. Che cosa può indurci a separarcene?
Assistiamo a un ritorno di ciò che Durkheim chiamava “riti piaculari”. Una postmoderna elaborazione del lutto, ovviamente inconscia, che si getta alle spalle alcune figure caduche di un mondo oramai troppo vecchio e ribadisce – come giustamente affermava Rousseau – che il «fanatismo ateo e fanatismo devoto si incontrano nella loro comune intolleranza» (Confessioni, Pare II, libro 11).
Dell’egemonia neo-liberista che da trent’anni si è affermata nel senso comune diffuso dell’occidente, la parola “meritocrazia” è una delle più significative chiavi concettuali e lessicali. Il suo utilizzo è ormai dominante anche nel campo “progressista”, nel quadro della riconversione “neo-liberale” dei soggetti politici “post-socialisti”
Su un grande muro di cemento, a qualche centinaio di metri dall’ingresso di Orgosolo, campeggia una finta pubblicità della Coca Cola. La globalizzazione investe anche la nota località della Barbagia, ma solo in chiave ironica. A ben guardare la scritta infatti, non si legge il nome della famosa bevanda americana ma quello del paese: enjoy Orgo ~ Solo
L’antisemitismo attuale, che per distinguere dalla sua vecchia forma potremmo chiamare giudeofobia, sembra avere caratteristiche peculiari. Si inscrive, infatti, nella nuova congiuntura del dopo-Seconda guerra mondiale, una congiuntura segnata dalla nascita dello Stato di Israel, dall’oppressione subita dal popolo palestinese, dalla decolonizzazione e dall’emergere del multiculturalismo e del postcolonialismo
di Gilberto Giovagnoli Gilberto Giovagnoli, pittore e scultore, nasce a San Marino nel 1954 dove vive e lavora circondato dai libri e dalla musica. …
Il completamento dell’affermazione di Heidegger – l’uomo esiste in quanto abita – assume questa forma: l’uomo abita, perché è abitato. L’uomo è un abitante abitato. Abitato da che cosa? Da un’alterità che non riesce né a evitare, né a dominare.
Né alto, né basso, ma visioni della fine. L’Apocalisse si presenta a Giovanni come succedersi di «visioni», come sacrificio della parola, come critica implicita al logocentrismo fondato sulla rappresentazione e sulla logica binaria. In un ben noto passo dell’Apocalisse, a un certo punto, si legge: «Quando i sette tuoni parlarono io mi accingevo a scrivere, ma intesi una voce dal cielo che mi diceva: “Tieni chiuso in te ciò che i sette tuoni hanno detto e non scriverlo”». Che cosa tiene segreto Giovanni?
Nella misura in cui il romanzo, soprattutto moderno, può essere considerato come la forma letteraria dell’assenza, il Cavaliere inesistente di Italo Calvino ne riprende il tema fondamentale. Esso “incarna” questa assenza, ma secondo una modalità leggera e barocca. La crisi dei valori è messa in scena, giocata, parodiata. Calvino non mira al radicalismo e siamo lontani dal romanzo oggettivo.