philosophy and social criticism

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La verità

“Ogni film deve avere un messaggio, un significato.” In La Veritè, probabilmente, è proprio ciò che manca // di Eugenio Baldi

Senza uomini

In poche pagine, Marcel Gauchet – filosofo francese fra i più attenti ai rapporti di potere nella vita sociale e, in particolare, al ruolo in quest’ultima del religioso – ci espone questioni enormi, che tutte possono essere ricondotte a questa: il dominio maschile nella nostra società è ormai finito // di Francesco Paolella

Il Kurdistan libertario ci riguarda!

Il Kurdistan libertario non ha equivalenti nel mondo. La sola iniziativa comparabile è quella delle comunità zapatiste del Chiapas, anch’esse fondate sulla democrazia diretta, l’auto-organizzazione di base, il rifiuto delle logiche capitaliste e stataliste, la lotta per l’uguaglianza tra uomini e donne

Medici e medicina durante il fascismo

Ci si potrebbe chiedere: cosa può mai cambiare ad essere ammalati quando vige un regime democratico oppure una dittatura? Non contano soltanto i progressi della medicina, le terapie disponibili, le innovazioni della chirurgia? Ma la medicina ha anche un ruolo politico // di Francesco Paolella

Il racconto della fine

Gli scrittori non possono più essere profetici. Anche per questo, è stato davvero “eroico” lo sforzo compiuto dall’autore di questo volume, il quale ha cercato, appunto, di tenere viva la prospettiva di una speranza possibile in un contesto, come quello letterario fra Otto e Novecento, affascinato dalla morte // di Francesco Paolella

Scrivere digitale

Stiamo entrando in un epoca in cui le nuove forme di scrittura potrebbero davvero arrivare ad esiti impensati, e lo stesso oggetto-libro, come prodotto-finito potrebbe cambiare in modo rivoluzionario // di Francesco Paolella

La parola della fede

Il bisogno di credere – spiega Julia Kristeva – non è solo l’origine di ogni religione, ma una necessità antropologica pre-religiosa e pre-politica. È l’investimento in un altro che mi riconosce e che riconosco, un ‘credito’ che fa esplodere quel desiderio di sapere, di porre domande, che anima la libertà di pensiero // di Francesco Paolella

Brutti, sporchi e cattivi. I contadini nell’Ottocento italiano

l mondo contadino nell’Italia dell’Ottocento, le sue condizioni di vita e di lavoro. Per la conoscenza storica le vite dei lavoratori della terra sono rimaste nell’ombra. In assenza di testimonianze dirette bisogna rifarsi ai medici condotti, obbligati a vivere tra i contadini per occuparsi della loro salute. L’obbiettivo della medicina ufficiale fu quello di risanare l’ambiente di lavoro e di vita della collettività attraverso il controllo dei fondamentali parametri dell’igiene: aria, acqua, suolo // di Francesco Paolella

I vecchi e i nuovi miracoli

Francesco Paolella
Jean-Martin Charcot, La fede che guarisce, con una introduzione di Tullio Seppilli, ETS, Pisa 2018, 60 pagine

In una importante collana dedicata alla storia e alla filosofia della medicina (MEFISTO) , la casa editrice pisana ETS ha appena ripubblicato un breve testo del 1892 di Jean-Martin Charcot, il celebre neuropsichiatra francese, testo dedicato alle guarigioni inspiegabili, ai miracoli che, allora come oggi e come sempre, avvengono e avvengono in primo luogo nei santuari, costruiti proprio a questo scopo.
Merita però anzitutto una attenta lettura l’introduzione scritta dal compianto Tullio Seppilli, il quale ci ha mostrato quanto quel testo di Charcot non possa essere liquidato tout court come una testimonianza di una vecchia polemica anticlericale: come è ovvio, Charcot ha rinunciato da subito a ogni spiegazione sovrannaturale, ma non si è rifugiato in una facile negazione di ogni efficacia delle cosiddette “pratiche sacrali”. Come terapeuta, Charcot si diceva soprattutto interessato alla possibilità di utilizzare la «potenza» delle guarigioni per fede, comprendendone il meccanismo. D’altra parte, anche i miracoli, ovviamente ma paradossalmente, sottostanno al determinismo delle leggi naturali. I miracoli non accadono immancabilmente, né sono prevedibili: hanno bisogno, per “funzionare”, di soggetti speciali (malati con una forte fede nel miracolo stesso) e di malattie speciali (sostanzialmente di natura nevrotica: paralisi, convulsioni, ulcere, “tumori”…). Come ricorda lo stesso Charcot, in nessun santuario si è mai visto nessuno a cui sia ricresciuto un braccio amputato.
Le pagine scritte da Seppilli sono importanti perché collocano il testo di Charcot (che aveva davanti agli occhi l’esperienza eclatante di Lourdes in primo luogo) in relazione con il tema generale dei rapporti (tema quanto mai emergente anche per la ricerca biomedica odierna) fra lo psichico e l’organico – la mente può far ammalare il corpo (ad esempio, il sistema nervoso centrale può far indebolire quello immunitario) o può aiutare a guarire il corpo malato – così come con l’attuale apertura del mondo scientifico alle terapie “altre”, alternative, sorpassate o premoderne, le quali non possono più essere liquidate come semplici “superstizioni”.
Le pagine di Charcot ci ricordano come, in un senso affatto speciale, il medico debba sempre essere anche un guaritore e, di più, persino un intercessore: ogni cultura umana ha avuto i suoi santuari, la sua acqua benedetta e i suoi ex voto: oggi noi non facciamo certo eccezione, anche se, per fortuna, possiamo contare anche su altre certezza, oltre a quelle del credente / di Francesco Paolella