Risus paschalis
Dalla Baviera alla Spagna, dalla Firenze di Dante alla Sicilia di Pitré il risus paschalis fu a lungo un rito osceno, tollerato nelle Chiese e sugli altari. Un carnevale in tempo di Pasqua
Dalla Baviera alla Spagna, dalla Firenze di Dante alla Sicilia di Pitré il risus paschalis fu a lungo un rito osceno, tollerato nelle Chiese e sugli altari. Un carnevale in tempo di Pasqua
Di fronte all’accelerazione crescente del nostro mondo, si verifica una situazione analoga. Essa contraddice in primo luogo a una modificazione elastica dello spazio: questo si restringe nell’àmbito terrestre e si amplia invece nella dimensione interplanetaria, dove diventa lo Spazio in assoluto. Nel primo caso il tempo tende all’istantaneità, i giorni e le ore diventano minuti, secondi; nell’altro, il tempo scivola verso lo zero, i mesi e gli anni non sono. Una riflessione sul tempo estatico della metropoli.
Marx che rimette in gioco il discorso sull’alchimia, servendosene in metafore che lo aiutano a illuminare l’alienazione dell’economia politica dei capitale, ma anche a sottolineare la pietra filosofale del non-ancora-potere del proletariato. Il materialismo dell’alchimia, la sua concezione del nesso dialettico uomo/natura, la suo aspirazione prometeica ad un uomo nuovo, disalienato è quanto la può maggiormente avvicinare a Marx.
«La mia collaborazione con Deleuze», osservava Félix Guattari «non è il risultato di un semplice incontro fra individui». Si trattava, per loro, «mettere in comune non tanto un sapere quanto un cumulo di incertezze e un certo smarrimento di fronte alla piega che avevano assunto gli eventi, dopo il maggio Sessantotto».
Ciò che non c’è ci sia, si fissi e sia esserci, soggiorno, corpo – scriveva José Ángel Valente nelle sue Lezioni di tenebre
di Pietro Barbetta La scrittura di Elvio Fachinelli è piena di dissidenze, a tratti autobiografica, semplice, poi ostica. Si tratta di frammenti clinici, tratti dall’esperienza interiore.…
Nel suo Eckhart, Galvano Della Volpe rimprovera, tra l’altro, anche a marxisti, il culto della negazione della negazione, che, a suo avviso, non è che formula teologica desunta, da parte di Hegel, da mistici come Eckhart e Nicola da Cusa, per i quali solo è ammissibile una logica dell’infinito in cui uomo e mondo sono negazione di quella posizione che è l’infinità di dio, cui si approda mediante la negazione della negazione, vale a dire dell’accidentalità del mondo
La città e le sue ombre in una poesia ritrovata di Antonio Porta
A chi servono i sonnambuli, i docili, gli addormentati? A chi sogna il loro risveglio
La società della stanchezza è, una società della prestazione, non del lavoro. Richiede e impone prestazioni che mettono sotto pressione l’individuo a cui è richiesta – negli uffici, nelle fabbriche, a scuola, nella vita – una praticità “multitasking” e un’attenzione estesa ma superficiale simile a quella dell’animale che, per vivere in un habitat selvatico ha bisogno di suddividere la propria attenzione tra diverse attività in vista di un potenziale attacco.
Dov’è la sovranità? Dov’è l’iimmagine. E la bestialità? Anche
Nel 1934, fu Contini a parlare di una «qualità musicale» inerente alla scrittura di Giorgio Vigolo. Lo scrittore romano era oramai prossimo alla soglia dei quaranta anni (essendo nato il 3 dicembre del 1894), e al proprio attivo aveva tre soli volumi di prose, passati pressoché inosservati
Alcuni riti erano purificatori, altri fecondatori, senza che sia sempre possibile distinguere i due scopi. Certi riti restano enigmatici, come i riti di febbraio, i Luperci
Un giovane giornalista, Miguel Ángel Asturias, futuro premio Nobel per la letteratura intervista Benito Mussolini. Siamo nel 1925. “Che impressione mi ha fatto Mussolini? Non saprei, neppure io riesco a darmi una risposta quando me lo chiedo”