Girard e il suo doppio: i romanzi e la vita
Desiderio e imitazione nella prima opera di René Girard // di Francesco Paolella
Desiderio e imitazione nella prima opera di René Girard // di Francesco Paolella
L’Europa malata nei reportage di Georges Simenon //di Francesco Paolella
Demoni e malefici: la stregoneria vista da Joris-Karl Huysmans // di Francesco Paolella
Con il poliziesco, la morte, anche nei suoi aspetti più crudi (le autopsie, i sepolti vivi…), è entrata, e dalla porta principale, nei romanzi italiani // di Francesco Paolella
Torna, per l’editore Mimesis, il più radicale fra i lavori di Antonin Artaud, “Per farla finita con il giudizio di dio” // di Francesco Paolella
L’open space come paradigma del vuoto morale. Nel suo ultimo libro, Walter Siti getta uno sguardo sull’unico salto di paradigma che il mondo della cultura sembra in grado di compiere: quello verso il niente // articolo di Marco Dotti
All’incrocio delle quattro strade è stato il romanzo d’esordio di Tommi Kinnunen, in vetta alle classifiche sin dalla sua pubblicazione nel 2014, superando in patria le oltre 120.000 copie vendute
L’incontro tra letteratura e psicoanalisi ha segnato la cultura del Novecento. Sono due esperienze per tanti versi simili, come la singolarità irriducibile delle storie, lo scavo nel passato, l’approccio indiziario e, anzitutto, la necessità inesausta di raccontare
Può essere che la figura di Emil Cioran sia divenuta addirittura “di moda” (una moda marginale e snob, ovviamente) in questi ultimi anni, ma ciò non toglie che le parole dello scrittore rumeno non smettano di essere una potente provocazione: l’ossessione della morte, la mostruosità dell’uomo, lo scetticismo riaffermato contro ogni tentazione di fede e di speranza… sono queste le sostanze che instancabilmente Cioran ha riaffermato.
La raccolta UNA MUSA INDISCRETA – Quattro testi su Emilio Villa (Archimuseo Adriano Accattino, edizione. f. c.) riunisce interventi dedicati al poeta clandestino nell’ambito del Convegno ‹‹I Verbovisionari. L’altra avanguardia tra sperimentazione visiva e sonora ››, tenutosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il 24 e 25 novembre 2016. Percorsi paralleli che, pur nei differenti approcci dei singoli autori in ambiti di ricerca consonanti, ci consegnano una pluralità di rimandi e intrecci dell’eclettico multiverso villiano
La felicità è poca, spiega Dio a Kliucarev, il protagonista di un racconto di Vladimir Makanin, matematico e romanziere russo scomparso ieri all’età di ottant’anni. «La felicità è poca, prova a coprire otto persone con una coperta e chiediti: quanta ne tocca a ciascuno?»
Napoli è lo fondo onnipresente della scrittura di Ferrante, con tutto il suo significato simbolico ed emotivo. È il luogo dell’infanzia e della madre, ma anche di un’esistenza continuamente esposta alla smarginatura violenta, lacerata tra lo spazio aperto del Golfo
«Se Maurice Blanchot si rivolge a tutte le grandi opere della letteratura mondiale e le intesse nel nostro linguaggio», osserva Michel Foucault, «lo fa proprio per dimostrare che queste opere non si possono mai rendere immanenti, che esse esistono al di fuori, che sono nate al di fuori e che, se esistono al di fuori di noi, noi siamo a nostra volta al di fuori di esse. E se manteniamo un certo rapporto con queste opere è a causa di una necessità che ci costringe a dimenticarle e a lasciarle cadere fuori di noi».
Un’intervista con Andrea Tagliapietra, filosofo e autore di «Esperienza», edito per Raffaello Cortina. «L’esperienza non è al nominativo, è sempre al dativo: “a me capita di fare esperienza”. Ciò accade anche nelle storie e nel narrare. Sia chi ascolta una storia, sia chi la racconta fa esperienza al dativo»